Vi aspettiamo per una serata di Storia locale molto avvincente vissuta dalle famiglie Visconti,
relatore storico Piero Rimoldi.
PIAZZA SANTO STEFANO
ANNO 1941
La data di oggi ci porta ad una ricorrenza molto speciale per Nerviano. Nella domenica 5 settembre del 1841 infatti veniva benedetta solennemente la nuova chiesa prepositurale che andò a sostituire l’antico edificio che pochi anni prima venne demolito pressoché integralmente. Di ciò che resta della antica chiesa si possono scorgere sulla facciata della canonica i capitelli romanici che andavano a decorare la porta centrale e qualche reminiscenza strutturale conservata con il portico che oggi fa da ingresso all’oratorio. Una chiesa, di stile Romanico, a tre navate e che tuttavia nel corso dei secoli subì innumerevoli interventi di ammodernamento dettati sia dal costante rinnovamento delle prescrizioni canoniche e liturgiche, sia dal procedere incessante del discorso sull’arte, che in ogni epoca ebbe un proprio linguaggio ed inedite cifre stilistiche. È probabile pertanto, e questo ce lo dimostrano anche le perizie redatte al tempo dei fatti, che il continuo rimaneggiamento delle strutture abbia portato l’edificio ad un progressivo ed inesorabile tracollo che ebbe il suo culmine nella mattinata dell’8 aprile 1834, giorno in cui si verificò uno squarcio sulla volta centrale. Da quel giorno la chiesa venne definitivamente chiusa al culto, dando il via ad un complesso e durevole processo di demolizione e di ricostruzione della chiesa plebana.
Per circa sette anni i Nervianesi non ebbero un luogo per radunarsi sotto un unico tetto. Dobbiamo infatti pensare che a quell’epoca l’appuntamento domenicale con i riti sacri era parte fondante della vita ordinaria dei nostri concittadini antenati e non di rado le manifestazioni coinvolgevano l’intera comunità. A sostituzione della “gesa granda” vennero utilizzate le chiesette sussidiarie della Colorina e del Lazzaretto e, finché si poté, si fece uso del cosiddetto Oratorio di San Carlo che si trovava dove oggi c’è la piazza Santo Stefano. Era adiacente all’antica chiesa che occupava anch’essa una discreta porzione dell’odierna piazza sul lato nord-occidentale. Quando venne il momento di fare spazio alla costruzione della chiesa nuova, anche questo Oratorio venne demolito.
Ma veniamo a quel giorno del 1841,
quando tutto il trambusto dettato dalla successione di questi eventi terminò
con la benedizione della nuova chiesa appena ultimata. Per rendere meglio quei
sentimenti riportiamo le vive e testuali parole dell’allora prevosto Benigno
Montoli, sacerdote nervianese di nascita e da poco divenuto curato d’anime
della Pieve di Nerviano, che riporta sul cronicon
questa annotazione:
“Nel giorno 5 settembre 1841 ebbe luogo la solenne benedizione del nuovo Tempio impartita da me in concorso dei Reverendi Sacerdoti Parrochi e Coadiutori della Pieve, e di molti altri ancora tra Prevosti e Parrochi stati appositamente invitati pel maggior decoro di quella Sacra Funzione, finita la quale venne Don Primo Torti, già Prevosto di questa Chiesa. Fu tale e tanto il concorso dei forestieri in questa occasione che a memoria d’uomini un eguale non fu visto giammai, e quello che più monta d’essere rimarcato sì è che nonostante un sì straordinario concorso non è accaduto il benché minimo disagio. Nel seguente giorno fu da me celebrato un solenne Ufficio a suffragio. All’intento di porre un buon fondamento alla mia parrocchialità, e di richiamare sull’antico buon sentiero la Popolazione che già da sette anni era alquanto sbandata a motivo che durante la costruzione della nuova Chiesa non poteva essere raccolta tutta sotto gli occhi del proprio Pastore, ho procurato a questa Parrocchia una Sacra Missione per mezzo dei Reverendi Padri Missionari di Rho, la quale cominciò nel giorno 26 Dicembre del giorno del nostro Santo titolare, tempo affatto libero da ogni occupazione campestre”.
Testo autografo del Prevosto Benigno Montoli che registra sul Cronicon Parrocchiale gli eventi del 1841 |
Cartolina degli anni '50 Interno della Prepositurale |
Queste sono soltanto alcune delle innumerevoli istantanee che ci aiutano a ricostruire gli spazi e gli animi che ci giungono dal passato, sufficienti per riportare in questo giorno particolare alcune delle immagini e alcuni dei sentimenti di quei momenti che oggi ricordiamo.
Da quel giorno sono passati 180
anni. In questa nostra chiesa sono “passate” migliaia di persone, personaggi
che hanno fatto la piccola e grande storia, generazioni di uomini e donne che
con la loro presenza e con il loro supporto hanno tenuto vivo questo sacro
edificio. Una chiesa che ha visto passare i grandi e i piccoli eventi degli
ultimi due secoli.
Oggi come ieri il “cantiere della fabbriceria” è ancora in attività: un
aspetto positivo poiché nonostante gli acciacchi dell’età, ci ricorda di quanto
sia ancora lunga la strada da fare.
Stefano
Delfi
Nerviano, 5 settembre 2021