lunedì 3 giugno 2024


 Vi aspettiamo per una serata di Storia locale molto avvincente vissuta dalle famiglie Visconti,

relatore storico Piero Rimoldi.

sabato 16 dicembre 2023

 


Vi ringraziamo per l'interesse che ci avete dimostrato nel seguirci in tutti gli eventi fatti nel corso del '2023
confidiamo che le nuove proposte che faremo nel 2024 siano anch'esse di vostro gradimento,
la passione storica e la ricerca sono sempre alla base del nostro lavoro.
Ancora Auguri da Pro Memoria Nerviano.

lunedì 20 dicembre 2021

CARTOLINE SANT'ILARIO

 

VIA GARIBALDI




VIA CANTALUPO




PANORAMICA

Per queste immagini si ringrazia Vincenzo Rossetti







CARTOLINE CHIESA SANTO STEFANO

 

PIAZZA SANTO STEFANO
ANNO 1941

La piazza Santo Stefano così come si presentava nel 1941. Un'immagine significativa poiché ci presenta la facciata della chiesa così come doveva essere stata per un secolo. Infatti si può notare la mancanza delle lesene in granito bianco che verranno installate proprio in quell'anno in occasione del centenario dell'edificazione del nuovo tempio. Nel 1841 la chiesa appariva completata solo nella struttura portante e complessiva. Solo nei decenni successivi e progressivamente verrà abbellita e arricchita da fregi, decorazioni, affreschi e suppellettili. Sul campanile si intravede il vecchio orologio. Di fronte, una porzione della casa parrocchiale, ancora priva del secondo piano, ricavata dalla struttura dell'antica chiesa ed in particolare delle due cappelle laterali (nella prima cappella era presente il fonte Battesimale e una devozione a Santa Eurosia; la seconda era dedicata a Santo Stefano), posizionate "a settentrione", di origine tardocinquecentesca. Nel muro esterno troviamo i quattro capitelli romanici che ornavano la porta centrale della antica chiesa e probabilmente posti in quella sede già al tempo della demolizione. 




CHIESA DI SANTO STEFANO
ANNI '50
L'altare della chiesa prepositurale di Santo Stefano nella conformazione prescritta dai canoni della riforma tridentina, con l'altare rivolto "coram Deum", con le lampade pendenti e con le balaustre a delimitarne il presbiterio. 


mercoledì 1 settembre 2021

I 180 ANNI DI UNA CHIESA

La data di oggi ci porta ad una ricorrenza molto speciale per Nerviano. Nella domenica 5 settembre del 1841 infatti veniva benedetta solennemente la nuova chiesa prepositurale che andò a sostituire l’antico edificio che pochi anni prima venne demolito pressoché integralmente. Di ciò che resta della antica chiesa si possono scorgere sulla facciata della canonica i capitelli romanici che andavano a decorare la porta centrale e qualche reminiscenza strutturale conservata con il portico che oggi fa da ingresso all’oratorio. Una chiesa, di stile Romanico, a tre navate e che tuttavia nel corso dei secoli subì innumerevoli interventi di ammodernamento dettati sia dal costante rinnovamento delle prescrizioni canoniche e liturgiche, sia dal procedere incessante del discorso sull’arte, che in ogni epoca ebbe un proprio linguaggio ed inedite cifre stilistiche. È probabile pertanto, e questo ce lo dimostrano anche le perizie redatte al tempo dei fatti, che il continuo rimaneggiamento delle strutture abbia portato l’edificio ad un progressivo ed inesorabile tracollo che ebbe il suo culmine nella mattinata dell’8 aprile 1834, giorno in cui si verificò uno squarcio sulla volta centrale. Da quel giorno la chiesa venne definitivamente chiusa al culto, dando il via ad un complesso e durevole processo di demolizione e di ricostruzione della chiesa plebana.

Epigrafe a fondo chiesa che ricorda
la Benedizione della nuova chiesa (1841)

            Per circa sette anni i Nervianesi non ebbero un luogo per radunarsi sotto un unico tetto. Dobbiamo infatti pensare che a quell’epoca l’appuntamento domenicale con i riti sacri era parte fondante della vita ordinaria dei nostri concittadini antenati e non di rado le manifestazioni coinvolgevano l’intera comunità. A sostituzione della “gesa granda” vennero utilizzate le chiesette sussidiarie della Colorina e del Lazzaretto e, finché si poté, si fece uso del cosiddetto Oratorio di San Carlo che si trovava dove oggi c’è la piazza Santo Stefano. Era adiacente all’antica chiesa che occupava anch’essa una discreta porzione dell’odierna piazza sul lato nord-occidentale. Quando venne il momento di fare spazio alla costruzione della chiesa nuova, anche questo Oratorio venne demolito.

            Ma veniamo a quel giorno del 1841, quando tutto il trambusto dettato dalla successione di questi eventi terminò con la benedizione della nuova chiesa appena ultimata. Per rendere meglio quei sentimenti riportiamo le vive e testuali parole dell’allora prevosto Benigno Montoli, sacerdote nervianese di nascita e da poco divenuto curato d’anime della Pieve di Nerviano, che riporta sul cronicon questa annotazione:

“Nel giorno 5 settembre 1841 ebbe luogo la solenne benedizione del nuovo Tempio impartita da me in concorso dei Reverendi Sacerdoti Parrochi e Coadiutori della Pieve, e di molti altri ancora tra Prevosti e Parrochi stati appositamente invitati pel maggior decoro di quella Sacra Funzione, finita la quale venne Don Primo Torti, già Prevosto di questa Chiesa. Fu tale e tanto il concorso dei forestieri in questa occasione che a memoria d’uomini un eguale non fu visto giammai, e quello che più monta d’essere rimarcato sì è che nonostante un sì straordinario concorso non è accaduto il benché minimo disagio. Nel seguente giorno fu da me celebrato un solenne Ufficio a suffragio. All’intento di porre un buon fondamento alla mia parrocchialità, e di richiamare sull’antico buon sentiero la Popolazione che già da sette anni era alquanto sbandata a motivo che durante la costruzione della nuova Chiesa non poteva essere raccolta tutta sotto gli occhi del proprio Pastore, ho procurato a questa Parrocchia una Sacra Missione per mezzo dei Reverendi Padri Missionari di Rho, la quale cominciò nel giorno 26 Dicembre del giorno del nostro Santo titolare, tempo affatto libero da ogni occupazione campestre”.

Testo autografo del Prevosto Benigno Montoli
che registra sul Cronicon Parrocchiale gli eventi del 1841

Cartolina degli anni '50
Interno della Prepositurale

            Dobbiamo immaginarci i fatti qui narrati in una chiesa ancora spoglia da tutte le suppellettili e dalle decorazioni pittoriche ed artistiche oggigiorno presenti, poiché è solo negli anni e nei decenni successivi che lentamente e progressivamente verrà impreziosita degli affreschi, delle decorazioni o delle varie strutture d’arredo di cui essa è dotata. Molto di quello che era presente, nei giorni in cui sono raccontati questi fatti, proveniva dalla antica chiesa, a cominciare dall’altare maggiore che dalle visite pastorali del XVIII sec. risultava essere in legno intagliato e dorato e probabilmente aveva anche un certo pregio artistico tipico del barocco lombardo. Il tempietto che oggi noi vediamo, venne eretto soltanto l’anno seguente (1842). Richiama le proporzioni e lo stile neoclassico dell’intero edificio. Un’altra “memoria” che probabilmente si era riusciti a preservare e a “trasferire” dalla chiesa antica a quella nuova fu la struttura marmorea dell’altare del Crocifisso che appare anch’essa aliena dal nuovo contesto e porta con sé evidenti segni di usura dettati da tempi ben più remoti.   

            Queste sono soltanto alcune delle innumerevoli istantanee che ci aiutano a ricostruire gli spazi e gli animi che ci giungono dal passato, sufficienti per riportare in questo giorno particolare alcune delle immagini e alcuni dei sentimenti di quei momenti che oggi ricordiamo.

            Da quel giorno sono passati 180 anni. In questa nostra chiesa sono “passate” migliaia di persone, personaggi che hanno fatto la piccola e grande storia, generazioni di uomini e donne che con la loro presenza e con il loro supporto hanno tenuto vivo questo sacro edificio. Una chiesa che ha visto passare i grandi e i piccoli eventi degli ultimi due secoli.

            Oggi come ieri il “cantiere della fabbriceria” è ancora in attività: un aspetto positivo poiché nonostante gli acciacchi dell’età, ci ricorda di quanto sia ancora lunga la strada da fare.

 

Stefano Delfi

Nerviano, 5 settembre 2021


LA CHIESA DI SANTO STEFANO

 


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