giovedì 6 agosto 2020

PROGETTO CARTOGRAFIA NERVIANESE - INTRODUZIONE

Con questo articolo inauguriamo una sorta di rubrica "a puntate" al fine di soddisfare qualche piccola curiosità circa l'urbanistica di Nerviano nei tempi passati. Iniziamo a dire che possiamo estrapolare qualche "fotografia" del passato solo a partire dal 1722, quando per la prima volta si ebbe una rappresentazione grafica del territorio nervianese. Si tratta del noto "Catasto Teresiano" voluto da Carlo VI d'Asburgo al fine di censire tutte le proprietà fondiarie presenti nel Ducato di Milano. In teoria per qualche porzione di paese, si potrebbe scavare più indietro nel tempo, quantomeno nell'analisi della toponomastica, ma la ricerca richiederebbe uno studio più complesso attraverso le fonti notarili e gli stati d'anime.
Partiamo dunque nel XVIII secolo per avere un quadro generale dell'urbanistica di Nerviano e parte di quelle che oggi sono le sue frazioni. Nel complesso possiamo affermare che sino alla fine del XIX secolo il territorio non ha subito grandi variazioni. Il consumo di suolo ha visto un significativo incremento durante le fasi salienti della crescita economica italiana. Le prime variazioni sostanziali, in Nerviano, si possono ricondurre nel periodo legato alla costruzione del Canale Villoresi di fine ottocento e alle prime forme di industrializzazione dei primi anni del novecento. Sia il Canale che le prime industrie manifatturiere hanno inciso fortemente sull'incremento demografico del paese. Un altro fattore importante è riscontrabile grazie allo sviluppo tecnologico e scientifico: la via del Sempione che passava e passa tuttora sulla parte alta del territorio ha sempre rappresentato una grande opportunità di collegamento e di scambi commerciali con la città di Milano, ma anche del varesotto, del verbano e d'oltralpe. La realizzazione della Tranvia Milano-Gallarate prima e della Ferrovia Milano-Domodossola poi, va inserita anch'essa nel quadro di quelle novità che hanno permesso un capillare sfruttamento del territorio e delle sue risorse. L'incremento industriale e tecnologico ha prodotto un progressivo - e proporzionato - accrescimento demografico. Tale sviluppo, che ha visto periodi più lineari a cavallo delle due guerre, è diventato davvero significativo al termine del secondo conflitto mondiale e proseguito poi con il boom economico scaturito tra gli anni '50 e '60.  Lo sfruttamento del suolo è proseguito in maniera significativa fino al termine del XXI secolo. In questi ultimi decenni oltre ad una evidente decrescita economica e demografica si stanno adottando politiche di preservazione e rivalutazione dell'esistente determinate da una sensibilità maggiore per la salvaguardia del patrimonio ambientale.
Nel più complesso quadro di crescita demografica e dunque di espansione urbanistica non si può fare a meno di ricordare i fenomeni migratori, che storicamente in Nerviano si sono sempre verificati a livello locale, e che negli anni del boom economico si sono irrobustiti in conseguenza agli storici fenomeni nazionali e transnazionali.

Questo piccolo cappello introduttivo ci serve per avere un quadro di senso circa l'evoluzione urbanistica in ambito storico; avere qualche dato sufficiente che ci consente di capire anche le ragioni di espansione del nostro territorio.
Ma ora facciamo davvero un grande passo indietro ed entriamo finalmente nel mondo antico nervianese. Un piccolo borgo, agli inizi del '700 a vocazione agricola , con qualche piccola bottega artigianale (ferramenta, falegname), qualche locanda per i viandanti, diversi mulini distribuiti sull'alveo dell'Olona, diverse cascine isolate in piena campagna, una comunità monastica, alcune famiglie aristocratiche e borghesi, una chiesa pievana e diverse altre cappelle sparse su tutto il territorio.

CENTRO STORICO o meglio NERVIANO - 1722
Quello che oggi noi definiamo comunemente centro storico, non è altro che ciò che resta, almeno nella sua conformazione urbana originaria, del borgo di Nerviano in epoca settecentesca. E' probabile che tale conformazione sia il risultato di un'urbanistica più remota e pressoché invariata, almeno fin dal 1600. 
In una visione d'insieme, si possono delineare i limiti del centro abitato principale nel 1722.

Catasto Teresiano 1722 - Nerviano - Centro Abitato - Visione d'insieme

Nella successiva figura, riproponiamo la stessa immagine corredata da una didascalia che aiuta a rintracciare i luoghi più significativi escludendo, per ora i palazzi nobiliari e i mulini.

Catasto Teresiano 1722 - Nerviano - Centro Abitato - Luoghi principali

A: Antica Chiesa Pievana di Santo Stefano
B: Monastero dei monaci Olivetani
C: Chiesa della Rotondina
D: Piazza Quaranta, attuale Piazza Vittorio Emanuele
E: Piazza Grande attuale Piazza Italia
F: Cascina Zancona
G: Piazza della Croce attuale Piazza Fontana.

Il Centro storico di Nerviano visto dal Satellite - 2020
con i "confini" della Nerviano urbana del 1722


Elaborazioni grafiche Renato Terrevazzi

Testi: Pro Memoria Nerviano

© RIPRODUZIONE RISERVATA – Se vuoi utilizzare parti di questo elaborato comunicacelo a promemorianerviano@gmail.com, ricordando inoltre di citare la fonte e gli autori.


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MONACHESIMO: STORIA E ARTE DAL 1465 AL 1798

Sabato 7 dicembre presso la Sala Bergognone si è svolta la proiezione del documentario dedicato alla vita dei monaci olivetani che hanno abitato nel monastero nervianese. Una presenza, quella dei monaci, che inizia nel XV secolo e termina con la soppressione degli ordini religiosi per mano di Napoleone Bonaparte nel 1798. Da quell’anno gli ambienti monastici conobbero dapprima l’abbandono e successivamente la conversione ad uso civile. Già trenta anni dopo la soppressione sappiamo che la chiesa di Santa Maria Incoronata venne parzialmente abbattuta. È solamente dagli anni ’60 che inizia il lungo processo di riqualificazione del complesso monastico da parte del Comune di Nerviano, soprattutto da quando diversi articoli della stampa nazionale denunciarono la presenza di una macelleria nell’edificio bassomedievale. Probabilmente da quella polemica iniziò un lento processo di sensibilizzazione che portò dapprima all’acquisto, negli anni ’80, della proprietà da parte del Comune di Nerviano e poi l’avvio dei primi lavori di restauro alla fine degli anni ‘90. Tuttavia si dovranno attendere i primi anni 2000 per vedere i lavori ultimati ed infine il 2003 per il trasferimento definitivo della sede municipale, di tutti i suoi uffici e della biblioteca.



    Sulla scia di questa opera di sensibilizzazione e promozione del patrimonio presente in Nerviano, nel 1990 lo storico Egidio Gianazza realizzò per l’amministrazione comunale un volume dedicato al monastero. Da quel libro i nervianesi potettero conoscere i diversi aspetti storici legati alla vita dell’Ordine monastico degli Olivetani e più in generale all’attività di quei monaci che per più di tre secoli abitarono a Nerviano. Oltretutto non vanno dimenticate le pagine dedicate alla fondazione del monastero, avvenuta nel 1468, per opera del conte Ugolino Crivelli, al leggendario sogno e alle pratiche finanziarie per realizzare l’opera. Tuttavia negli anni in cui si dava alle stampe questo corposo volume, i lavori di restauro non erano ancora stati compiuti e molti ambienti risentivano ancora degli adattamenti ad uso abitativo; basti qui ricordare che l’interno dell’antica chiesa era ancora diviso da solette e pareti. Soltanto con il termine dei restauri si potette godere sia degli affreschi rinvenuti che della struttura originaria di tutti quegli ambienti sopravvissuti alla distruzione, pertanto soltanto ora è possibile riempire nuove pagine e proseguire il discorso storico inaugurato dal Gianazza.

    È da questi elementi inediti che il lavoro del Gruppo Pro Memoria ha intrapreso nuove indagini, anzitutto con lo scopo di fornire nuovo materiale storico ed artistico ai giovani studenti del Liceo Linguistico Cavalleri di Parabiago, che da diversi anni propongono visite guidate al monastero nel più ampio programma di formazione e alternanza scuola-lavoro e con la collaborazione diretta del Comune di Nerviano.

    L’accesso all’archivio della Parrocchia Santo Stefano e a quello di fondi privati, tra cui spicca quello della Famiglia Piazzi, ha permesso al gruppo di ricerca di approfondire ulteriormente vari aspetti storici, talvolta inediti. Molto ancora potrebbe venire alla luce dai diversi fondi archivistici, pertanto il materiale prodotto sino ad ora è soltanto un piccolo contributo ad un’opera che sicuramente in futuro potrà essere implementata o addirittura corretta.

    Da questa vivacità d’intenti è avvenuto l’incontro con Opificio Cultura: un gruppo nato dalla passione e dalla professionalità per la video-grafica con l’ambizione di promuovere il patrimonio locale attraverso il complesso linguaggio documentaristico, una forma comunicativa oggigiorno indispensabile per stimolare curiosità ad un pubblico vasto e generalista. Le innovazioni grafiche hanno consentito inoltre di illustrare ipotetiche ricostruzioni di quegli spazi non più esistenti o logorati irrimediabilmente dal tempo.

    Oltre all’aspetto qualitativo della ricostruzione grafica, in questo documentario si è voluto dare voce agli unici veri protagonisti di questo luogo: i monaci. Solo attraverso la conoscenza della spiritualità olivetana è possibile comprendere gli ambienti, gli spazi e persino le rappresentazioni pittoriche e simboliche presenti nel monastero nervianese. Nel documentario si è voluta dare voce all’attuale priore del Monastero degli Olivetani di Seregno, don Giovanni Brizzi, il quale alterna le descrizioni storiche ed artistiche del cenobio nervianese con i tratti peculiari della vita monastica nella sua storia plurisecolare.

    Grazie al connubio e alla sinergia delle molteplici competenze e grazie alla partecipazione volontaria di diverse persone, che con passione contribuiscono alla promozione del patrimonio locale, oggi i cittadini di Nerviano hanno la possibilità di approfondire alcuni aspetti legati ai monumenti e alla storia del loro paese. 

Stefano Delfi e Renato Terrevazzi


Articolo pubblicato su "La tua città Nerviano informa" anno 14, n°1, luglio 2020. 


Il Documentario è disponibile in alta definizione sul canale youtube del Comune di Nerviano


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