Vista la particolarità del momento, il Gruppo Pro Memoria Nerviano ha deciso di promuovere una serie di incontri streaming dedicati alla storia nervianese e non solo. Gli incontri si terranno più o meno una volta al mese ed in diretta streaming sul nostro canale Youtube. Pertanto vi invitiamo ad iscrivervi al nostro Canale Youtube e a seguire la nostra Pagina Facebook per essere costantemente aggiornati.
Con questo articolo inauguriamo una sorta di rubrica "a puntate" al fine di soddisfare qualche piccola curiosità circa l'urbanistica di Nerviano nei tempi passati. Iniziamo a dire che possiamo estrapolare qualche "fotografia" del passato solo a partire dal 1722, quando per la prima volta si ebbe una rappresentazione grafica del territorio nervianese. Si tratta del noto "Catasto Teresiano" voluto da Carlo VI d'Asburgo al fine di censire tutte le proprietà fondiarie presenti nel Ducato di Milano. In teoria per qualche porzione di paese, si potrebbe scavare più indietro nel tempo, quantomeno nell'analisi della toponomastica, ma la ricerca richiederebbe uno studio più complesso attraverso le fonti notarili e gli stati d'anime. Partiamo dunque nel XVIII secolo per avere un quadro generale dell'urbanistica di Nerviano e parte di quelle che oggi sono le sue frazioni. Nel complesso possiamo affermare che sino alla fine del XIX secolo il territorio non ha subito grandi variazioni. Il consumo di suolo ha visto un significativo incremento durante le fasi salienti della crescita economica italiana. Le prime variazioni sostanziali, in Nerviano, si possono ricondurre nel periodo legato alla costruzione del Canale Villoresi di fine ottocento e alle prime forme di industrializzazione dei primi anni del novecento. Sia il Canale che le prime industrie manifatturiere hanno inciso fortemente sull'incremento demografico del paese. Un altro fattore importante è riscontrabile grazie allo sviluppo tecnologico e scientifico: la via del Sempione che passava e passa tuttora sulla parte alta del territorio ha sempre rappresentato una grande opportunità di collegamento e di scambi commerciali con la città di Milano, ma anche del varesotto, del verbano e d'oltralpe. La realizzazione della Tranvia Milano-Gallarate prima e della Ferrovia Milano-Domodossola poi, va inserita anch'essa nel quadro di quelle novità che hanno permesso un capillare sfruttamento del territorio e delle sue risorse. L'incremento industriale e tecnologico ha prodotto un progressivo - e proporzionato - accrescimento demografico. Tale sviluppo, che ha visto periodi più lineari a cavallo delle due guerre, è diventato davvero significativo al termine del secondo conflitto mondiale e proseguito poi con il boom economico scaturito tra gli anni '50 e '60. Lo sfruttamento del suolo è proseguito in maniera significativa fino al termine del XXI secolo. In questi ultimi decenni oltre ad una evidente decrescita economica e demografica si stanno adottando politiche di preservazione e rivalutazione dell'esistente determinate da una sensibilità maggiore per la salvaguardia del patrimonio ambientale.
Nel più complesso quadro di crescita demografica e dunque di espansione urbanistica non si può fare a meno di ricordare i fenomeni migratori, che storicamente in Nerviano si sono sempre verificati a livello locale, e che negli anni del boom economico si sono irrobustiti in conseguenza agli storici fenomeni nazionali e transnazionali.
Questo piccolo cappello introduttivo ci serve per avere un quadro di senso circa l'evoluzione urbanistica in ambito storico; avere qualche dato sufficiente che ci consente di capire anche le ragioni di espansione del nostro territorio.
Ma ora facciamo davvero un grande passo indietro ed entriamo finalmente nel mondo antico nervianese. Un piccolo borgo, agli inizi del '700 a vocazione agricola , con qualche piccola bottega artigianale (ferramenta, falegname), qualche locanda per i viandanti, diversi mulini distribuiti sull'alveo dell'Olona, diverse cascine isolate in piena campagna, una comunità monastica, alcune famiglie aristocratiche e borghesi, una chiesa pievana e diverse altre cappelle sparse su tutto il territorio.
CENTRO STORICO o meglio NERVIANO - 1722 Quello che oggi noi definiamo comunemente centro storico, non è altro che ciò che resta, almeno nella sua conformazione urbana originaria, del borgo di Nerviano in epoca settecentesca. E' probabile che tale conformazione sia il risultato di un'urbanistica più remota e pressoché invariata, almeno fin dal 1600.
In una visione d'insieme, si possono delineare i limiti del centro abitato principale nel 1722.
Nella successiva figura, riproponiamo la stessa immagine corredata da una didascalia che aiuta a rintracciare i luoghi più significativi escludendo, per ora i palazzi nobiliari e i mulini.
Catasto Teresiano 1722 - Nerviano - Centro Abitato - Luoghi principali
Sabato
7 dicembre presso la Sala Bergognone si è svolta la proiezione del documentario
dedicato alla vita dei monaci olivetani che hanno abitato nel monastero
nervianese. Una presenza, quella dei monaci, che inizia nel XV secolo e termina
con la soppressione degli ordini religiosi per mano di Napoleone Bonaparte nel
1798. Da quell’anno gli ambienti monastici conobbero dapprima l’abbandono e
successivamente la conversione ad uso civile. Già trenta anni dopo la
soppressione sappiamo che la chiesa di Santa Maria Incoronata venne
parzialmente abbattuta. È solamente dagli anni ’60 che inizia il lungo processo
di riqualificazione del complesso monastico da parte del Comune di Nerviano,
soprattutto da quando diversi articoli della stampa nazionale denunciarono la
presenza di una macelleria nell’edificio bassomedievale. Probabilmente da quella
polemica iniziò un lento processo di sensibilizzazione che portò dapprima all’acquisto,
negli anni ’80, della proprietà da parte del Comune di Nerviano e poi l’avvio
dei primi lavori di restauro alla fine degli anni ‘90. Tuttavia si dovranno
attendere i primi anni 2000 per vedere i lavori ultimati ed infine il 2003 per
il trasferimento definitivo della sede municipale, di tutti i suoi uffici e
della biblioteca.
Sulla scia di questa opera di
sensibilizzazione e promozione del patrimonio presente in Nerviano, nel 1990 lo
storico Egidio Gianazza realizzò per l’amministrazione comunale un volume
dedicato al monastero. Da quel libro i nervianesi potettero conoscere i diversi
aspetti storici legati alla vita dell’Ordine monastico degli Olivetani e più in
generale all’attività di quei monaci che per più di tre secoli abitarono a
Nerviano. Oltretutto non vanno dimenticate le pagine dedicate alla fondazione
del monastero, avvenuta nel 1468, per opera del conte Ugolino Crivelli, al
leggendario sogno e alle pratiche finanziarie per realizzare l’opera. Tuttavia
negli anni in cui si dava alle stampe questo corposo volume, i lavori di
restauro non erano ancora stati compiuti e molti ambienti risentivano ancora
degli adattamenti ad uso abitativo; basti qui ricordare che l’interno
dell’antica chiesa era ancora diviso da solette e pareti. Soltanto con il
termine dei restauri si potette godere sia degli affreschi rinvenuti che della
struttura originaria di tutti quegli ambienti sopravvissuti alla distruzione,
pertanto soltanto ora è possibile riempire nuove pagine e proseguire il
discorso storico inaugurato dal Gianazza.
È da questi elementi inediti che il
lavoro del Gruppo Pro Memoria ha intrapreso nuove indagini, anzitutto con lo
scopo di fornire nuovo materiale storico ed artistico ai giovani studenti del
Liceo Linguistico Cavalleri di Parabiago, che da diversi anni propongono visite
guidate al monastero nel più ampio programma di formazione e alternanza
scuola-lavoro e con la collaborazione diretta del Comune di Nerviano.
L’accesso all’archivio della Parrocchia
Santo Stefano e a quello di fondi privati, tra cui spicca quello della Famiglia
Piazzi, ha permesso al gruppo di ricerca di approfondire ulteriormente vari
aspetti storici, talvolta inediti. Molto ancora potrebbe venire alla luce dai
diversi fondi archivistici, pertanto il materiale prodotto sino ad ora è
soltanto un piccolo contributo ad un’opera che sicuramente in futuro potrà
essere implementata o addirittura corretta.
Da questa vivacità d’intenti è
avvenuto l’incontro con Opificio Cultura: un gruppo nato dalla passione e dalla
professionalità per la video-grafica con l’ambizione di promuovere il
patrimonio locale attraverso il complesso linguaggio documentaristico, una
forma comunicativa oggigiorno indispensabile per stimolare curiosità ad un
pubblico vasto e generalista. Le innovazioni grafiche hanno consentito inoltre
di illustrare ipotetiche ricostruzioni di quegli spazi non più esistenti o
logorati irrimediabilmente dal tempo.
Oltre all’aspetto
qualitativo della ricostruzione grafica, in questo documentario si è voluto
dare voce agli unici veri protagonisti di questo luogo: i monaci. Solo
attraverso la conoscenza della spiritualità olivetana è possibile comprendere gli
ambienti, gli spazi e persino le rappresentazioni pittoriche e simboliche
presenti nel monastero nervianese. Nel documentario si è voluta dare voce
all’attuale priore del Monastero degli Olivetani di Seregno, don Giovanni
Brizzi, il quale alterna le descrizioni storiche ed artistiche del cenobio
nervianese con i tratti peculiari della vita monastica nella sua storia
plurisecolare.
Grazie al connubio e alla sinergia
delle molteplici competenze e grazie alla partecipazione volontaria di diverse
persone, che con passione contribuiscono alla promozione del patrimonio locale,
oggi i cittadini di Nerviano hanno la possibilità di approfondire alcuni
aspetti legati ai monumenti e alla storia del loro paese.
Stefano Delfi e Renato Terrevazzi
Articolo pubblicato su "La tua città Nerviano informa" anno 14, n°1, luglio 2020.
Il Documentario è disponibile in alta definizione sul canale youtube del Comune di Nerviano
Da
ormai qualche anno sull’informatore comunale sono presenti alcuni articoli
dedicati alla storia e ai monumenti nervianesi. Tale iniziativa nasce e si
sviluppa grazie all’interessamento di alcuni appassionati che a vario titolo si
sono ritrovati a cooperare per un progetto comune che riesca a catalizzare su
di sé il corposo patrimonio culturale, storico ed artistico di Nerviano. Una
sfida che ha preso forma da semplici e mirate ricerche atte ad assolvere
qualche piccola curiosità e che nel corso del tempo si è trovata immersa in una
serie di progetti ed iniziative molto più grandi delle aspettative iniziali. Un
progetto pertanto che è cresciuto con l’evolversi sia delle esigenze e delle
problematiche che ruotano intorno alla ricerca, sia grazie alle richieste e
all’interesse che questo settore suscita.
Questo percorso è nato grazie alla spinta e alla
fiducia del prevosto don Claudio Maria Colombo che ha messo a disposizione
l’Archivio Storico Plebano, ricco di una millenaria storiografia, al fine di
approfondire i molti aspetti talvolta noti, talvolta inediti legati alle
vicende storiche nervianesi. Di pari passo alla ricerca, il nostro gruppo sta
procedendo alla digitalizzazione di tutti i documenti presenti nell’archivio
parrocchiale. In futuro questo lavoro permetterà a studiosi e ricercatori di
fruire e di consultare il materiale conservato in modo più agevole e consono
alle tecnologie oggi offerte.
Da circa una trentina d’anni si è vista una
vivace e costante valorizzazione degli aspetti storici locali. Ne sono
testimonianza le diverse pubblicazioni realizzate soprattutto a cavallo tra gli
anni ’80 e ’90 del secolo scorso e che hanno permesso a tutti i nervianesi di
conoscere ed approfondire le vicende legate ai monumenti storici presenti sul
nostro territorio e più in generale alle persone che hanno vissuto e
contribuito all’evoluzione di Nerviano. Molti sono gli studiosi e gli
appassionati che in passato hanno raccolto e ordinato importante materiale al
fine di offrire valide narrazioni e contributi preziosi per la ricerca. In
questa occasione ci preme ricordare alcune delle figure che più hanno inciso su
questo percorso di valorizzazione: lo storico Egidio Gianazza, i geometri
Giorgio Re e Franco Rimoldi. Molti altri hanno contribuito anche a livello
accademico ed in settori specifici ad incrementare la conoscenza del patrimonio
culturale nervianese. Un patrimonio che va oltre i semplici confini comunali e
che coinvolge una serie di aspetti che proiettano le vicende nervianesi verso vicende
e spazi più vasti.
Il gruppo Pro Memoria Nerviano intende partire
proprio da questo importante solco tracciato da chi ci ha preceduto per
proseguire nella ricerca che oggi è avvantaggiata dalla tecnologia e dagli
strumenti informatici. Tuttavia i documenti che stanno emergendo ci conducono a
nuove sfide e nuovi approcci di metodo. Infatti è opportuno riconoscere
anzitutto i limiti dati dalla numerosa mole di fonti. Fonti, specialmente le più
antiche, che spesso necessitano di una decodificazione, di una traduzione e di
una contestualizzazione che spesso richiedono competenze mirate, tempistiche
dilatate e percorsi critici di rilevante importanza.
Per questi motivi il lavoro di Pro Memoria Nerviano
non sarà certo quello di una ricostruzione monografica su Nerviano col rischio
di proporre narrazioni errate e conclusioni affrettate, ma di volta in volta e
in base agli elementi ritenuti sufficienti, verranno affrontati singoli
argomenti posti in relazione allo status
quo delle fonti prese in esame. Un metodo certamente più didascalico, ma
più efficace e fruttuoso sia per il ricercatore di domani che per il lettore
appassionato.
Il progetto Pro Memoria Nerviano nasce dalla
curiosità per il passato e dal tentativo di far emergere, con tutti i limiti
pocanzi esposti, piccole luci sugli innumerevoli eventi e sui luoghi-simbolo
del paese senza tuttavia trascendere nella mistificazione del passato,
nell’autocelebrazione provinciale, nel nostalgismo di un tempo che fu o in
quella che lo storico Marc Bloch[1]
definiva l’“idolo delle origini”.
Anzi, in un’epoca come la nostra dominata dal presentismo e dal labile confine
tra il reale e la finzione, Pro Memoria si propone di divulgare quel poco che
si conosce sul passato nervianese affinché diventi memoria condivisa e condivisibile.
La memoria non va confusa con la storia, poiché
appartiene all’individualità di ogni persona, del proprio vissuto, mentre la
storia è un bene universale, che certamente necessita di una costante ricerca,
ma resta circoscritta nell’insieme di quelli che sono gli eventi concreti, realmente
esistiti, oggettivi. La storia pertanto può diventare uno strumento valido e
necessario per la memoria individuale affinché quest’ultima possa arricchirsi
di nuovi particolari, si liberi dai pregiudizi e dagli stereotipi ed infine si
apra da una parte ad una sana sospensione del giudizio e dall’altra si attenga
ai fatti emersi da un sufficiente numero di prove.
Proprio in base a questi elementi di metodo il
gruppo Pro Memoria Nerviano intende divulgare le proprie attività attraverso
una pluralità di spazi ed iniziative. Oltre alla pubblicazione di articoli dal
taglio divulgativo sull’informatore comunale, è possibile consultare il nostro
blog su internet dove vengono pubblicati periodicamente approfondimenti e studi
relativi ai documenti e alle fonti storiche. In questi anni il gruppo: ha
collaborato attivamente al progetto
scuola/lavoro attuato tra il Comune di Nerviano con il Liceo Cavalleri di
Parabiago; ha offerto consulenza storica per diversi progetti locali; si è
messo a disposizione per la digitalizzazione di archivi storici privati; ha
organizzato conferenze di storia locale sul territorio di Nerviano; ha promosso
il patrimonio nervianese mediante visite guidate.
Il gruppo Pro Memoria Nerviano opera senza
ricevere contributi economici da parte di enti pubblici o privati. Al momento
si auto finanzia attraverso la passione e il contributo dei suoi membri.
Pro Memoria Nerviano
Articolo pubblicato su La tua città Nerviano informa, anno 13, n°4, dicembre 2019
[1] Marc Bloch, Apologia della storia o
Mestiere di storico, 2009, Piccola Biblioteca Einaudi, pp. 24-25
Raccolta delle Cartoline storiche di Nerviano È possibile inoltre inviare contributi (foto, immagini, cartoline) a promemorianerviano@gmail.com
PIAZZA SANTO STEFANO
ANNO 1941
In questa foto è possibile notare anzitutto la mancanza delle lesene in granito bianco sulla facciata della chiesa, installate proprio in quell'anno, il 1941 in occasione del centenario della edificazione del nuovo tempio. Sul campanile si intravede il vecchio orologio ed infine, di fronte la porzione di casa parrocchiale, ancora priva del secondo piano, ricavata dalla struttura delle cappelle laterali della antica chiesa.
CHIESA DI SANTO STEFANO
ANNI '50
L'altare della chiesa prepositurale di Santo Stefano nella conformazione tipica della riforma tridentina, con l'altare rivolto "coram Deum", con le lampade pendenti e con le balaustre a delimitarne il presbiterio.
CHIESA DELLA COLORINA
ANNO 1915
Una delle più antiche immagini della sussidiaria della Colorina. Sulla facciata si intravedono due rappresentazioni sacre. Il tetto del campanile nella sua forma originaria. In primo piano la strada del Sempione che risultava essere ben distante dalla chiesa, dando così uno spazio di respiro all'ingresso (negli anni 20 verrà modificata la posizione della statale, portandola a pochi metri dalla chiesa)
Dietro è possibile notare un cascinale ottocentesco abbattuto a metà del '900.
CHIESA DELLA COLORINA
ANNI '60
Immortalata dalla ferrovia tranviaria Milano-Gallarate dove in basso a destra si intravede un binario. Si notano ancora le rappresentazioni sacre sulla facciata della chiesa e la sostituzione del tetto del campanile originario con uno a cuspide. Sul lato sinistro della foto è presente un cascinotto superstite dell'antica corte.
CHIESA DELLA COLORINA
ANNO 1965
Un'altra foto dello stesso periodo della precedente dove sulla destra scorgono i pali elettrici della linea tranviaria Milano-Gallarate.
PIAZZA OLONA
ANNO 1916
Si può notare l'insegna della Farmacia Lampugnani e poco sopra una raffigurazione sacra ben curata.
In questa sezione è possibile trovare una raccolta delle immagini storiche ed artistiche di Nerviano.
Le sezioni sono in costante aggiornamento grazie anche al contributo di alcuni nervianesi. Ricordiamo che è possibile inviare foto, immagini, o cartoline a promemorianerviano@gmail.com