domenica 20 ottobre 2019

GASPARE COGLIATI: 1614-1684


Notizie biografiche
Un personaggio certamente rilevante per Nerviano del XVII secolo è senz’altro Gaspare Cogliati tanto che ancora oggi il suo nome è immortalato in una via a lui dedicata.
  Dai documenti presenti nell’archivio della Prepositurale di Santo Stefano risulta essere nato da MarcAntonio Cogliati e Caterina Prandona il 10 ottobre 1614. Non proveniva da famiglia nobile ma certamente benestante. Il padre MarcAntonio infatti, così come suo fratello Giuseppe Cogliati, sono indicati, negli Stati d’anime come fabbri ferrai alla Zancona; mentre un secondo MarcAntonio Cogliati dello stesso periodo, probabilmente cugino dell’omonimo, è indicato come molinaro. Di provenienza ignota la famiglia Cogliati compare nei registri nervianesi del 1574 con la famiglia del nonno Batta, già indicato come ferraro. Andando ancora più a ritroso nel tempo i Cogliati non compaiono invece nel registro del 1532 redatto per il censimento di ogni focolare circa la tassa sul sale imposta dagli spagnoli. 
La Croce Stazionale
nell'odierna collocazione
  Si può desumere pertanto che la famiglia Cogliati abbia fatto fortuna con il lavoro artigianale e il commercio dei manufatti in ferro. Infatti in una società come quella di allora, completamente rurale, avere un’attività legata alla costruzione di attrezzi per lavorare la terra come: zappe, falci, ferri per cavalli, ganci e catene per focolari, mozzi per carri, ecc. apriva alla possibilità di conquistare un discreto benessere e una posizione di rilievo nella società, nonostante il forte impatto sociale ed economico che ancora le famiglie aristocratiche e nobiliari avevano sul dominio del territorio.
  Già nello Stato d’anime del 1592 si rileva che nella famiglia di ”Marcus Antonius Coliatis, faber ferrararius alla Zaccona“ erano presenti una “serva Hieronima” e due “familius Bartolomeus et Andreas”, indice di uno status sociale da benestante.
  Dalla genealogia ricostruita della famiglia di MarcAntonio, seppure con date incomplete per mancanza di documenti, si rileva che Gaspare era penultimo di 7 figli, nato dalle seconde nozze paterne con Caterina; famiglia in qualche modo legata ai nobili Crivelli della Croce. Infatti i Cogliati dalla fine del 1500 fino alla metà 1600 risultano abitanti alla Zaccona nelle case dei Crivelli prima e di proprietà poi. Inoltre in diversi atti di battesimo dei Cogliati troviamo come “compadri” e “comadri” i nobili Crivelli e parimenti ai battesimi dei Crivelli si registra la presenza della famiglia Cogliati.
  Incrociando notizie tratte da atti di matrimonio di alcuni fratelli e sorelle di Gaspare risulta che il padre è già morto nel 1631 (all’età di circa 80 anni), mentre da altri documenti il MarcAntonio Cogliati (molinaro) è indicato, nel 1634, come consigliere della comunità di Nerviano, tra i dodici deputati dell’amministrazione degli affari del Comune, a conferma di un raggiunto rango sociale di una certa importanza.
Ricostruzione genealogica
della famiglia Cogliati
  I documenti a nostra disposizione non ci consentono di tracciare un quadro completo della sua vita, tuttavia è certo che ha assistito da giovane (15 o 16 anni) agli eventi catastrofici causati dalla peste del 1630. Dai documenti rinvenuti recentemente nell'archivio parrocchiale di Nerviano dedicati a quei giorni cruenti, sappiamo che la sua famiglia fu duramente messa alla prova: nel giro di 10 giorni, ben 7 parenti stretti perirono a causa del terribile morbo.
  Gaspare non risulta essersi sposato, ma a quanto pare fu attivo nella comunità. Persona pia e timorata di Dio, fece edificare un altare nella chiesa prepositurale. Inoltre sui registri lo troviamo spesso in qualità di testimone a molti matrimoni, anche dei nobili Crivelli.
  Nella memoria di Nerviano sono rimaste molte opere di bene, fatte dallo stesso sia per la comunità civile che per quella religiosa. Una generosità espressa anche e soprattutto nel suo testamento redatto probabilmente sul letto di morte. Morì nel 1684 all'età di 70 anni. Dal registro dei morti di quel tempo sappiamo che in “Die 16 Juny in die Depositioni Gaspari Coliati” venne celebrato il rito funebre “cum intervento 19 sacerdoti“, inoltre risulta esser stato tumulato nella chiesa di Santo Stefano col titolo di Messere in sepoltura propria.            
                                                              
Lasciti ed opere di beneficenza
Nel testamento di Gaspare Cogliati, rogato dal notaio G. Battista Castiglione il primo giugno 1684, vengono elencati lasciti e obblighi in favore della comunità di Nerviano.
  Dalle sue volontà, oltre a lasciti in denaro, di campi e di vigne, sono registrati censi a dote di due Cappellanie da lui fondate nel 1682 e rette da cappellani di sua nomina. È bene ricordare al lettore che la cappellania era un ente ecclesiastico istituito in seguito a donazione o lascito da parte di un fedele e le cui rendite venivano destinate al culto e che corrispondevano alla presenza di altari posti nelle varie chiese presenti sul territorio. Le cappelle a cui fa riferimento il lascito Cogliati sono quelle dei Santi Angeli Custodi - S. Stefano e dei Santi Re Magi. Nella dote della cappellania risulta inoltre una casa vicina alla Prepositura da dividersi come abitazione tra i due preti e la condizione di destinare parte della rendita alla creazione dello “Scolastico” destinato all’istruzione dei poveri figli della comunità di Nerviano. In ultima analisi, Gaspare Cogliati contribuì alla creazione della prima scuola gratuita nervianese che venne istituita qualche mese dopo la sua morte, il 18 gennaio 1685, con atto rogato dal notaio Lampugnano.
Memorie del Testamento Cogliati
Documento a stampa
  A titolo di legato lascia inoltre alla scuola del Santissimo Sacramento, eretta nella chiesa Prepositurale di Nerviano, terreni, vigne, casa e crediti, con l’obbligo di erogare, da parte del priore, una rendita in quattro parti di L. 60 imperiali per “maritare quattro povere zitelle di buona fama, timorate di Dio, che abbiano frequentato i Santissimi Sacramenti e dottrina cristiana, che siano intervenute alla processione ogni venerdì sera alla SS. Croce , da me fatta alzare, al principio della terra detto il Molinolo del luogo di Nerviano”, con l’obbligo alle stesse di sposarsi all’altare dello sposalizio della Beata Vergine da lui fatto erigere, di crescere i figli nel Timor di Dio, e di ricordarlo infine nelle orazioni.
  Un altro lascito fu fatto a titolo di legato alla cappella della Beata Vergine Annunciata di nuova costruzione. Comprendeva un credito di lire 2000 imperiali vantato nei confronti del Dott. Francesco d’Adda, a patto che il suddetto denaro venisse impiegato per mantenere l’olio della lampada presente in chiesa, ogni sabato e tutte le feste in perpetuo, e supplicando il Preposto e il Conte Prospero Crivelli di assolvere l’amministrazione di queste sue ultime volontà.
  Tra le altre opere in favore della comunità di Nerviano troviamo un atto del 1656 circa un prestito di 6600 lire imperiali, dai cui frutti il Cogliati dispone e ordina, sempre nel suo testamento, che la comunità paghi scolastico e organista.
  Non mancarono lasciti a favore di una nipote suora, per un nipote destinato al sacerdozio, per amici e conoscenti con figlie da maritare, per la serva Maria e per il servo Pietro Buttiro.
 Nel detto testamento il Gaspare nomina erede universale ed esecutore testamentario il Molto Reverendo Signore Marc’Antonio Cogliati canonico di San Babila, suo nipote, figlio del fratello Giuseppe.

La Croce
Sicuramente a Nerviano tutti conoscono la Croce eretta ora nella piazzetta omonima tra l’altrettanto omonima Via della Croce e Piazza della Vittoria. Sul basamento si trova ancora oggi l’iscrizione “GASPAR COLIATUS – ANNO 1676 – EREXIT“ che immortala il nome del personaggio narrato in queste righe, il quale presumibilmente volle erigere questo manufatto a ricordo perpetuo della peste del 1630.
Particolare della Croce Stazionale
  La croce in ferro battuto di buona fattura, posta su piattaforma quadrata, innalzata su colonna granitica a sezione circolare con terminale e basamento granitico a sezione quadrata, rispecchia la forma tradizionale delle croci erette nel periodo successivo alla peste al fine di ricordare quel terribile avvenimento e a somiglianza di quelle fatte erigere da san Carlo Borromeo a memoria della la peste del 1576. Probabilmente non è un caso che l’innalzamento della Croce nervianese coincida con il centesimo anniversario di quei fatti.
  Questi monumenti sono largamente diffusi nella nostra Diocesi Ambrosiana e appartengono più o meno tutte a quel periodo storico. Nella nostra zona le troviamo presso: Furato, Inveruno, Rho, Vittuone, Buscate, Castelletto di Cuggiono, Ponte Vecchio di Magenta, Boffalora, Tornavento, Velate. Di solito sono poste in piazzette o all'ingresso dei paesi, sulle strade principali quasi a simboleggiare la protezione divina del centro abitato dalle epidemie.
  La nostra Croce è costituita da un telaio con riempimento a riccioli fissati con fascette; un nucleo centrale ad anello con quattro raggi fiammeggianti a 45 gradi che intendono simboleggiare la luce propagata dal sole; al centro sono presenti i tre chiodi della santa Croce che rafforzano l’iconografia della Passione di Cristo. Sulle croci urbane dello stesso periodo questi simboli sono ricorrenti. Particolare è la croce di Furato di semplice fattura, tuttavia riporta la simbologia completa della Passione, ossia tutti quegli elementi narrati nei vangeli sulla via verso Calvario: Scala, lancia, spugna, chiodi, tenaglia, martello, corona, targa.
  Purtroppo, non essendo presenti documenti esaustivi circa la costruzione, non possiamo attribuire una paternità all'opera. Tuttavia si potrebbe azzardare l’ipotesi che ci sia una relazione molto stretta tra la Croce ferrea e la famiglia dei Cogliati fabbri ferrai presente in Nerviano già prima della peste del 1630.
1931 - Fotografia storica
Rimozione della Croce Stazionale dalla
sua sede d'origine.
  Un’altra ipotesi potrebbe essere quella che questa Croce sia la stessa che venne posta al centro del Lazzaretto e benedetta dal Prevosto Francesco Sonnio il 15 agosto 1630, nel massimo periodo di diffusione del tragico morbo, e che abbia subìto un successivo ammodernamento della struttura o delle decorazioni ferree in occasione del centenario della Peste di San Carlo. A riguardo, dalle memorie autografe di Agostino Terzaghi (Prevosto di Nerviano dal 1636 al 1667), risulta l’erezione di una Croce per sua volontà, probabilmente la stessa descritta, “nel solenne giorno dell’Epifania dell’anno 1640”, in principio di Nerviano verso la Zancona, e benedetta con la presenza di tutto il popolo nervianese e della Cassina del Pe’, istituendo inoltre il venerdì come giorno di venerazione della detta croce e posta quindi a ricordo e a protezione dei nervianesi da altre epidemie”.
  Stando alle descrizioni lasciateci dal Terzaghi, la posizione originale di questo monumento doveva coincidere con l’inizio dell’attuale viale Villoresi (nella parte bassa), probabilmente sorretta solamente dal basamento costituito dalla piattaforma attuale. È probabile, anche se purtroppo non abbiamo una valida documentazione, che solo in un secondo momento, nel 1676, la Croce sia stata elevata sull’attuale colonna per volontà ed opera di Gaspare Cogliati.  Un’ipotesi vagamente desumibile dalle parole “da me fatta alzare” presenti nel suo testamento.
  La Croce rimase in quel luogo fino a quando, nel 1931, l’autorità comunale con parere della sovrintendenza dei monumenti (ricordiamolo, in pieno regime fascista) attuò un piano di riorganizzazione di quel tratto di centro urbano, demolendo parte del fabbricato Belloni e allargando via della Croce. La Croce venne, smontata e ricostruita nella sede attuale, su un appezzamento di proprietà della famiglia Piazzi ritenuto idoneo sia per la vicinanza con la posizione originale, sia per mantenere coerente la denominazione dell’omonima via adiacente. 

Aldo Bosotti
con la collaborazione di tutto il Gruppo Pro Memoria
                                                                                                                                                             
Si ringrazia il Parroco Don Claudio Maria Colombo per l’autorizzazione e l’accesso ai documenti dell’Archivio parrocchiale di Nerviano.



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